4 novembre 2024
La Giornata di studi su Luigi Einaudi pienamente riuscita
Questa è una notizia importante: il convegno su Einaudi, promosso da ISFE e da l’ Université de Toulon, più Laboratoire Babel, è stato un successo per la bravura dei relatori e per la partecipazione del pubblico, sia nella seduta mattutina che in quella pomeridiana. La Sala Convegni della Fondazione Biblioteche della Cassa di Risparmio di Firenze era gremita di un pubblico attento e qualificato. Cosa che, ormai, capita sempre più di rado. La stampa ha dato notizia del convegno, con l’incredibile silenzio del giornale di cui proprio Einaudi fu una delle firme più prestigiose. Per il resto la qualità delle relazioni, a partire da quella introduttiva del Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, è stata di notevole livello.
Fra le iniziative per ricordare il 150° anniversario della nascita di Luigi Einaudi, economista di fama internazionale, governatore della Banca d’Italia, ministro del Bilancio nel quarto governo di Alcide De Gasperi, quella, per ora unica, di Firenze è stata fra le più importanti. La nostra istituzione sta preparando un’altra importante iniziativa su Einaudi a Pietrasanta con il sostegno del Circolo Rosselli e del suo Presidente. Una iniziativa che sarà accompagnata da una importante mostra di documenti ed immagini, curata da Gian Luca Corradi per il convegno su Einaudi tenutosi a Tolone nel mese di settembre. Naturalmente di queste iniziative terremo informati i nostri soci che hanno partecipato all’iniziativa fiorentina.
Prima di chiudere questa notizia, vorremo ricordare ciò che di lui scrisse un intellettuale fiorentino, Giuseppe Prezzolini, a cui proprio in questi giorni è stato dedicato un convegno: «Einaudi – scrisse – riuscì a fare in pochi anni quello che diciannove università del Regno non sono riuscite a fare in cinquant’anni di vita nazionale: fare leggere ragionamenti appoggiati da cifre e cifre illustrate da ragionamenti».
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Gli hub per i rimpatri non sono più un tabù
Ormai persino la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, li ha citati come «modi innovativi per contrastare la migrazione illegale», in una lettera inviata a tutti i leader Ue. Naturalmente le Ong, con in testa Migrantes, presieduta da Monsignor Gian Carlo Perego ha espresso il suo dissenso dichiarando che siamo passati dai muri alle prigioni. Le persone più ragionevoli non sono così perentorie e sanno che si tratta di tentativi per mandare messaggi sulla esigenza da tutti sentita di arginare l’immigrazione illegale. Però, qualcuno irriverente potrebbe suggerire al Monsignor di aprire le porte del Vaticano.
Purtroppo il problema è serio e tutti i paesi europei lo hanno capito così come i governi, compresi quelli dei laburisti inglesi e dei socialdemocratici. Persino negli USA le porte all’immigrazione si sono chiuse con un muro lungo centinaia di chilometri.
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Immigrazione: l’impotenza del Governo e della Ue e la potenza delle procure italiane
Le Commissioni territoriali avevano respinto le richieste dei richiedenti asilo, il governo italiano provava ad attivare l’esperimento dell’Albania per procedere alla definizione della posizione degli stessi richiedenti asilo, ma il Tribunale d Roma ha deciso per tutti. Appellandosi ad una sentenza della Corte di Giustizia europea, emessa da pochi giorni. La sentenza romana dice che non si può rimpatriare nessuno se i paesi di provenienza sono insicuri. Forse non lo sono nemmeno tutti i paesi aderenti all’Unione. Peccato che non sta ai giudici né di Bruxelles né di Roma calcolare il fatto che non sarebbe possibile accogliere tutti i 171 milioni di bengalesi, né tutti i 107 milioni di egiziani. Paradossale, ma da far pensare che decisioni politiche così gravi andrebbero prese dalle istituzioni europee, cioè dalla politica prima di tutti.
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Statistica dei rimpatri
Nel 2016, governo Renzi e poi Gentiloni, l’Italia rimpatriò in Egitto più di 1.400 egiziani. Nei 14 mesi del governo 5Stelle e poi sino al 2018, furono rimpatriati 294 egiziani e 363 nel 2019. Altri 91 egiziani furono rimpatriati nel 2020 e 269 nel 2021.
Meglio fermarci qui per evitare il mal di testa.
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Il Consiglio d’Europa che accusa di razzismo l’Italia
Bene, anzi male, il Consiglio in oggetto non è un organismo della Ue. Il rapporto di cui si parla è frutto del solerte lavoro di due Commissari: uno bulgaro e uno rumeno. Questi si sono basati su fonti relative dell’ILGA, di Amnesty International e dell’Arcigay.
Non sono informato sull’ILGA. Chiedo venia.
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La “durezza” della storia, i trattati e i tribunali
Vorrei riportare ciò che ha scritto Ernesto Galli della Loggia su questo problema che tormenta le democrazie occidentali. «Il fatto è – scrive – che in tutto questo tempo il nostro giudizio sulle cose aspre e dure del mondo, sui conflitti che coinvolgono i popoli e gli Stati, tale giudizio da storico-politico che era in precedenza ha preso sempre di più un carattere diverso. Sempre di più si è tramutato in giudizio etico-giuridico. Convincendo di conseguenza che sia solo il diritto – incarnato nelle leggi, nei trattati e nelle organizzazioni internazionali con i relativi tribunali – a poter definire che cosa è giusto e che cosa non lo è. Ma l’etica non può essere ridotta al diritto puro e semplice e ai suoi enunciati. Le contese umane, lo scontro dei valori, le emozioni degli individui e dei popoli – tutto ciò che muove la politica e di cui allo stesso tempo la violenza si alimenta – non sopportano oltre una certa misura di essere rinchiuse nella definizione formale e astratta delle fattispecie giuridiche» (“Corriere della Sera”, 13 ottobre 2024).
Alla politica spetta la responsabilità, pur grave e dura, delle “scelte” finali.
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Gli “esami” per approvare i 26 membri della Commissione Ue
Mentre il mondo guarda alle elezioni USA, iniziano gli “esami orali” per i 26 membri che formeranno il nuovo esecutivo della Commissione guidata dalla Presidente Ursula von der Leyen. Si tratta di 14 membri espressi dal PPE, 5 dai Liberali, 4 dal PSE, 1 dai Conservatori riformisti, 1 dai Patrioti e 1 dagli Indipendenti. Fra questi l’italiano Raffaele Fitto, che potrebbe essere coinvolto nelle aspre sfide politiche italiane. Raffaele Fitto, indicato dai Conservatori, è stato nominato vicepresidente esecutivo per la politica di coesione e riforme. Dovrebbe avere anche la responsabilità condivisa con il commissario all’economia Dombrovskis dell’attuazione del PNRR. Fitto non piace ai Verdi, che però sono stati molto indeboliti dagli elettori. I socialisti dovranno fare attenzione, perché se si faranno trascinare dai Verdi sarà uno scontro pericoloso.
Mentre nel mondo ci sono guerre e tragedie, gli “esami” per i Commissari andranno avanti per giorni e giorni. Come dire: il mondo può attendere.