Pubblicato dal quotidiano: Corriere Fiorentino
Chi scrive, così come il “Corriere Fiorentino”, ha sempre avuto a cuore il destino dei piccoli borghi. Una questione più seria e complessa di quanto si creda. Nella storia dei piccoli Comuni, in Italia e tanto più in Toscana, si riflette non solo la storia lunga del nostro Paese, ma la stessa identità italiana, composta da una ricca rete di insediamenti umani fra i più antichi e importanti d’Europa.
Per questo non si può non accogliere con favore la notizia che diciotto Comuni toscani sotto i cinquemila abitanti beneficeranno delle risorse previste dal bando nazionale dei Beni Culturali inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Non si tratta di piccole cifre ma di finanziamenti variabili, da 1,5 a 2,5 milioni. La Regione Toscana, per bocca del presidente Eugenio Giani, ha espresso la sua soddisfazione e anzi ha dichiarato che per i progetti dei Comuni che non sono rientrati tra i vincitori, verranno studiate «modalità di valorizzazione» (un modo per provare a non scontentare nessuno, anche in viste di future sfide politiche). La stessa Regione sottolinea che la maggioranza dei progetti toscani è stata considerata molto valida e che questi si sono piazzati ai vertici delle rispettive graduatorie. Non abbiamo elementi sufficienti per entrare nel merito di questi progetti, ma seguiremo attentamente il loro non semplice sviluppo. Ci preme soltanto sollevare alcune questioni preliminari e di metodo, se così si può dire.
La stessa Regione Toscana, prendendo in considerazione anche i progetti che non sono rientrati fra i vincitori, si è posta il problema di una ricognizione generale, per avere un quadro di insieme. Come si è visto anche riguardo alla legge regionale sulle semplificazioni, legata ai progetti del Pnrr, che andava in deroga rispetto ad alcuni punti della legge Marson sul paesaggio, non è facile fare bene e fare in fretta. Non solo c’è bisogno di coordinamento tecnico e politico fra i diversi livelli di governo: Stato centrale, Regione e Comuni, ma c’è anche bisogno di aprire i progetti ad una discussione pubblica seria, anche per evitare le immancabili contestazioni, specialmente di quei Comuni i cui progetti non sono stati inseriti nella rosa dei vincitori. In sostanza occorrerebbe, in primo luogo, un censimento di insieme sui piccoli borghi della Toscana. Poi, nella discussione sui progetti premiati, occorrerebbe inserire la questione dello spopolamento, la questione dei servizi e delle infrastrutture materiali e immateriali. Non si possono investire cifre rilevanti nei progetti relativi ai singoli borghi – a questo proposito, chi si farà carico degli inevitabili rincari sui costi previsti inizialmente? – senza collocare questi stessi progetti nella cornice complessiva finalizzata alla vita e allo sviluppo economico e sociale di queste realtà, troppo a lungo considerate residuali e marginali. Per questo andrà seguita con l’attenzione necessaria la questione dei borghi e la qualità dei progetti.
Tenendo presente che proprio i piccoli Comuni, lo sottolinea anche il presidente dell’Anci Toscana Biffoni, sono quelli che hanno bisogno di un supporto tecnico e culturale adeguato all’importanza degli interventi legati ai piani del Pnrr. Progetti e piani che, non va dimenticato, verranno valutati attentamente anche a livello europeo.