30 novembre 2024
La Commissione bloccata dai veti incrociati
Come già scritto nel nostro “Notiziario” (n.11 del 4 novembre) i veti incrociati impediscono l’approvazione della squadra che comporrà la Commissione indicata da Ursula von der Leyen. Lo stallo, che dura ormai da molti giorni, riguarda la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con deleghe alla Coesione e alle Riforme, quella della socialista spagnola Teresa Ribera e infine l’ungherese Olivér Várhelyi, che avrebbe la delega alla Salute e al benessere animale.
I vicepresidenti esecutivi designati dalla Commissione europea attendono ancora il via libera dopo le audizioni parlamentari del 12 novembre scorso. I tre capigruppo, Manfred Weber per il Ppe, García Pérez per S&D e Valérie Hayer per Renew, stanno tentando di trovare un’intesa.
La spinta a trovare un’intesa è partita dai leader europei Sanchez, Scholz, Macron, von der Leyen e Meloni durante i lavori del G20 a Rio de Janeiro. Lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella i è mosso per un superamento dello stallo. Infine anche Mario Monti e Romano Prodi, che hanno ricoperto cariche di prestigio nelle istituzioni europee, hanno fatto un appello alla concordia, scrivendo che le tensioni fra Ppe e S&D potrebbero provocare un «grave conflitto fra Parlamento e Commissione […] Potrebbero addirittura provocare la caduta della Commissione von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e […] proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un’Europa più forte e più coesa».
La Commissione dovrebbe entrare in funzione il 1° dicembre per poi affrontare il voto in plenaria a Strasburgo sull’intero collegio dei commissari. Gli elettori europei aspettano decisioni importanti e quelli contrari all’Europa dovranno capire che l’Europa siamo noi. Noi tutti.
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Il sì dopo i veti per Fitto e Ribera
Il 20 novembre a tarda sera si è trovato l’accordo sulle nomine dei vicepresidenti e quindi anche per Raffaele Fitto e Teresa Ribera. Semaforo verde anche per il commissario ungherese Olivér Várhelyi.
Molto importante è stato anche il consenso del PD su Fitto nonostante la sua appartenenza al gruppo dell’Ecr, presieduto dalla Presidente Meloni. Gruppo che non fa parte della “maggioranza Ursula”, formata da Ppe, S&D e Renew. Nell’accordo si parla della volontà di «lavorare insieme per rafforzare l’Unione europea». Di fatto non si rispinge più, per ora, la cooperazione del gruppo dei Conservatori e riformisti della Meloni. Si tratta della “vittoria” del capogruppo del Ppe Manfred Weber e della Presidente von der Leyen che ha difeso un ruolo di rilievo per l’Italia e una retromarcia dell’S&D che si è spaccato sul documento.
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Il pronto soccorso della dottoressa Ursula von der Leyen
Di ritorno dal G20 di Rio de Janeiro, nel volo da Zurigo a Bruxelles, la dottoressa Ursula von der Leyen ha dovuto prestare soccorso ad un passeggero in difficoltà. Mentre il microfono domandava se c’era un medico a bordo, la Presidente della Commissione è intervenuta prontamente in soccorso. Speriamo che sia in grado di curare anche la Ue, che non sembra in buona salute.
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Eurobond per la difesa
I ministri degli Esteri di cinque grandi paesi europei, Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna, hanno concordato a Varsavia un documento ufficiale per finanziare gli investimenti per la difesa europea attraverso gli Eurobond.
La spinta ad una maggiore unità nel finanziamento degli investimenti strategici dell’Europa, caldeggiata anche dall’Agenda Draghi, è dettata dalla situazione internazionale sempre più minacciosa. Dopo la pandemia del Covid, la Ue approvò i maxifinanziamenti del Next Generation Eu, da finanziare con gli Eurobond. Finora la Germania si era sempre opposta. Ora la situazione è cambiata, ma il percorso è lungo e accidentato.
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Dopo Charles Michael, il portoghese Antonio Costa alla guida del Consiglio europeo
Dal 1° dicembre di quest’anno l’ex premier portoghese diventerà Presidente del Consiglio europeo sarà il primo socialista ad occupare la carica ed uno dei pochi socialisti al vertice delle istituzioni europee. Non a caso da membro del Consiglio europeo contribuì in prima persona, nel marzo 2020, al varo del Next Generation Eu.
Costa è un uomo politico di grande esperienza e di sicura cultura riformista ed europeista. Una buona notizia.
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Via libera alla nuova Commissione
La nuova Commissione europea ha passato l’esame dell’aula di Strasburgo. I voti a favore sono stati 370, i contrari 282 e gli astenuti 36. Di fatto si sono fatti sentire gli equilibri elettorali e lo spostamento a destra dei governi nei 27 paesi aderenti.
«Oggi – ha dichiarato la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen – è un bel giorno per l’Europa perché il voto mostra la tenuta del Centro». Alcuni commenti dei giornali italiani, una volta “giornaloni” non hanno capito il senso di questa affermazione che dimostra, invece, il realismo della Presidente. I voti contrari, nel caso italiano, sono stati quelli della Lega, dei Verdi italiani e della Sinistra italiana. Scontati, ma non molto rilevanti. La realtà internazionale imporrà alla Commissione di prendere iniziative importanti nell’interesse di tutti i paesi della Ue. Per questo anche i partiti che hanno votato contro dovranno fare un serio esame di coscienza.
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Il Presidente del Consiglio europeo parla da politico esperto
Antonio Costa, ex premier portoghese, 63 anni, socialista, è il nuovo Presidente del Consiglio europeo. «La mia missione – ha dichiarato appena eletto – è quella di garantire l’unità tra tutti i 27 membri. E questo significa che devo ascoltarli e capire come vogliono lavorare».
La priorità del Consiglio europeo, secondo lui, è fornire orientamenti al Consiglio e alla Commissione europea. I due problemi più gravi, secondo Costa, sono rappresentati dalla sicurezza e dalla questione migratoria. «Abbiamo il patto per la migrazione e l’asilo. – ha dichiarato – Entro la fine dell’anno tutti gli Stati dovranno presentare i propri piani nazionali […] La Commissione ha il compito di presentare con urgenza una nuova proposta sui rimpatri». Parole chiare e di grande realismo. «È giunto il momento – ha detto Costa – di dar seguito a quanto concordato».
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Dopo Fitto, un altro incarico europeo importante
Stefano Sannino, come è stato anticipato dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sarà il nuovo Direttore generale di Mediterraneo. Si tratta di una nuova struttura assai importante per l’Italia e per le questioni migratorie.